3.e) Funzioni complesse del cervello
Cos'è la creatività?
In principio penso che la creatività sia un'ennesima qualità essenziale della vita, degli esseri viventi. Attenendoci alla creatività umana, sembra chiaro che tutte le persone siano creative in maggiore o minor misura, ciò che avviene anche per l'intelligenza e per la bellezza.
Quando il linguaggio utilizza questo concetto come aggettivo sta facendo riferimento ad una persona che presenta questa qualità con distinzione speciale rispetto agli altri o alla media della popolazione. Molto probabilmente una persona poco creativa sarà molto più creativa in termini assoluti di un gatto molto creativo!
Per me la creatività è un sottoinsieme dell'intelligenza, intendendola come insieme di funzioni relazionali basiche o elementari, associate ad un alto grado di affidabilità, cioè un sottoinsieme del caso particolare di intelligenza condizionale. In senso stretto quest'ultimo requisito è essenziale per l'intelligenza, se le funzioni cerebrali incaricate di stabilire le relazioni logiche errassero spesso non sarebbero intelligenza, sarebbero qualcos'altro che io chiamo intuito, o, se errassero quasi sempre, assenza di intelligenza.
Tale sottoinsieme sarà formato da quelle funzioni che facilitano la creazione, il disegno, l'invenzione, l'immaginazione, ecc. di nuovi concetti o idee.
L'esigenza del requisito di alta affidabilità per la creatività è paradossale perché non sembra che si possa applicare la stessa giustificazione di “gravità del possibile errore” che ho impiegato stabilendolo per l'intelligenza.
Non solo un errore non sarebbe grave nei processi creativi, gli errori, al contrario, vengono considerati normali. Tuttavia, siccome la creatività richiede di realizzare diverse operazioni successive per poter esistere, se le funzioni elementari commettono errori è poco probabile che il risultato finale possa essere buono; potremmo trovarci di fronte a nuove creazioni frutto del caso, ma non della creatività.
Ciononostante non bisogna dimenticare che la delimitazione concettuale assoluta non è facile, com'è stato affermato in precedenza, il linguaggio è caratterizzato esattamente dal contrario. In determinati casi di creazioni artistiche importanti, viene generalmente accettata la possibilità che una delle cause importanti sia l'esistenza di una funzione difettosa nelle percezione sensoriale.
D'altra parte, se pensiamo al sottoinsieme concreto delle funzioni di quello che è la creatività ci renderemo conto che si tratta di funzioni specialmente complesse dell'intelligenza; ovvero, come se parlassimo di pacchetti di funzioni più elementari dell'intelligenza nei quali ognuna di loro deve funzionare con un alto grado di affidabilità. Quindi, non è importante il fatto che la funzione complessa (creatività) non produca errori, bensì che le parti o funzioni elementari (intelligenza) non li producano.
In definitiva, alla domanda Cos'è la creatività? si può rispondere che sarebbe formata da funzioni complesse o pacchetti di funzioni basiche dell'intelligenza che sostengono le capacità di:
Effettuare estrapolazioni e stime del risultato, viste le relazioni esistenti.
Comprensione dei limiti dei parametri coinvolti nelle relazioni ed il suo effetto sulle stesse.
Rivelare il cambio di relazione provocato da un cambio dei parametri, detto diversamente, implicazioni qualitative per cambi quantitativi.
Gestione simultanea di varie dimensioni.
Realizzare cambi di variabili, di scala o di modello, modificare i nuovi parametri a ritornare alla variabile, scala o modello iniziale nel punto adeguato ai cambi corrispondenti dei parametri originali. Cioè, i concetti relativi ai differenti tipi di applicazioni definiti nella matematica degli insiemi.
Funzioni in rapporto con il pensiero statistico avanzato come la distinzione fra valore medio e valore normale, valore differente e valore raro. Distinzione fra caso particolare e valori generali.
Qualsiasi altra che risponda al concetto enunciato.
Logicamente, per essere creativi in una determinata materia non è necessario avere tutte le funzioni precedenti. Tuttavia, oltre ad alcune delle funzioni comuni precedenti, si dovranno possiedere sia le capacità elementari dell'intelligenza associata alla materia, sia le capacità specifiche della stessa che non formano parte dell'intelligenza; ad esempio la musica, il calcio, l'economia...
Di conseguenza credo che le persone intelligenti abbiano la tendenza ad essere creative, essendo questa stessa tendenza più chiara nella misura in cui l'intelligenza è maggiore; al contrario, la tendenza esiste ma a mio avviso non è così intensa.
Si può essere molto intelligenti ed avere il sottoinsieme di funzioni della creatività non molto operativo! Si può essere piuttosto creativi e non troppo intelligenti se vengono meno le altre funzioni elementari importanti!
Da un altro punto di vista possiamo osservare come il linguaggio popolare raccoglie praticamente alla perfezione queste accezioni. Un genio sarebbe una persona che è molto intelligente e creativa; dunque, se ci riferiamo a un genio dell'intelligenza, capiremo che inoltre è molto creativo, ma se parliamo di un genio noto per la sua creatività capiremo che probabilmente è piuttosto intelligente ma non ci sentiremo così sicuri come nel primo caso.
Nel punto successivo viene trattata la struttura genetica dell'intelligenza. La creatività, per quanto riguarda il suo carattere ereditario, sarà un caso speciale perché ha una doppia vertente; da una parte, essere o formar parte dell'intelligenza, e dall'altra la materia concreta oggetto della creatività, come potrebbe essere la musica.
Andando avanti con questo esempio, potremmo dire che mentre nella trasmissione genetica dell'abilità musicale o specifica non si applica il metodo LoVeInf e si esprimerebbero le capacità associate all'informazione genetica ricevuta da entrambi i progenitori (unione), nella trasmissione della creatività genetica si applicheranno le regole del suddetto metodo essendo una parte o un sottoinsieme dell'intelligenza, in modo da manifestarsi unicamente le capacità derivate di informazione genetica presente simultaneamente nelle due fonti di informazione ricevute dai progenitori (intersezione)