MOLWICK

Evoluzione delle specie

Evoluzione delle specie e il genoma umano, coerenza interna del codice genetico nel genotipo. Il salto evolutivo come origine delle specie.

Coperchio frontale del libro Evoluziones Condizionata della Vita. Cavalluccio marino e pesci rossi.

EVOLUZIONE CONDIZIONATA
DELLA VITA

FILOSOFIA E SCIENZA

Autore: José Tiberius

 

 

4.b.3. Coerenza e compatibilità interna: evoluzione delle specie e genoma umano

  • Isomorfismo nell'evoluzione delle specie.

    Il primo indice di compatibilità del sistema genetico nell'evoluzione e origine delle specie ci viene fornito dall'uniformità del suo linguaggio: il DNA. Un caso tipico e noto a tutti noi è quello del genoma umano, per questo è interessante pensare che tutti i commenti fatti si possono applicare quasi senza eccezione al genoma umano, ciò che ci aiuterà a comprendere le idee esposte.

    NOTIZIE DI EVOLUZIONE

    Un anno dopo la presentazione ufficiale della bozza del genoma umano.

    Ci sono inoltre nel genoma umano molte proteine associate al sistema di difese dell'organismo e, soprattutto, un gran numero di sequenze ripetute e senza funzione conosciuta, che formano il 50% del totale (i geni rappresenterebbero solo l'1,5%).

    El País 20-02-2002.

    Qualsiasi modifica o miglioramento nell'evoluzione delle specie deve essere compatibile con il resto del genoma trasmesso. Deve esistere un insieme di geni o di frammenti di codice genetico del genotipo molto stabili, perché sono comuni a numerosi processi vitali, e la cui modifica ripercuoterebbe su di loro, su quest'insieme che possiamo definire codice strutturale.

    L'esistenza di variabilità genetica aleatoria o mutazioni aleatorie implicherebbe la loro ripercussione sul suddetto codice strutturale, con effetti disastrosi per lo sviluppo del nuovo essere, quindi, logicamente, le modifiche genetiche non possono essere aleatorie in modo generico, specialmente nei casi estremamente complessi dell'evoluzione delle specie come il genoma umano.

    Il metodo aleatorio nell'evoluzione delle specie è ammissibile solo se le mutazioni aleatorie avvengono, vengono sopportate o si generano all'interno di processi e meccanismi concreti, ma in modo controllato, in altre parole, la natura amplia la sfera di possibilità, ma senza influire sulle funzioni che richiedono una certa uniformità e coerenza.

    L'esistenza nell'evoluzione delle specie di mutazioni aleatorie nel genoma, non controllate minimamente dalla stessa natura, dovrebbe portarci all'esistenza in natura di ragni con 4, 6 o 8 zampe, ma con tutte le altre caratteristiche dei ragni. Inoltre, dovrebbero nascere in modo più o meno continuo nel tempo; dovrebbe essere normale trovare animali della stessa specie con numeri diversi di zampe e umani con 3 braccia, ecc. La genetica moderna, invece, sta ottenendo questo tipo di mutazioni con animali inferiori.

    La coerenza delle modificazioni deve essere osservabile anche in relazione all'informazione genetica che è in grado di trasmettere l'altro genitore. Per definizione propria, la differenziazione sessuale, insieme al metodo LoVeInf, comporta - oltre ad altre numerose considerazioni - uno strumento per ottenere l'uniformità e la coerenza necessarie fra entrambe le fonti d'informazione genetica e l'osservabile isomorfismo nell'evoluzione delle specie, particolarmente di quelle più complesse, come nel caso del genoma umano.

  • Il Salto evolutivo come origine delle specie.

    Un aspetto associato alla coerenza è la necessità di salti evolutivi, in definitiva, la nascita od origine delle specie. Questo comporterà necessariamente un cambiamento di ciò che abbiamo definito codice strutturale del genotipo. Detto in altri modi, dobbiamo in ogni caso giustificare l'esistenza del genoma umano.

    Quando un sistema si evolve, si complica e, al contempo, certi caratteri conformano la sua struttura, in quanto il funzionamento di molti altri dipende da essa; con il tempo questa struttura del genotipo invecchia, finché è necessario cambiare alcuni elementi della struttura per permettere la semplificazione di processi complicati e di aumentare il potenziale evolutivo.

    Siccome si tratta di una funzione nuova, non si potrà associare la condizione di verificazione nell'evoluzione delle specie; oppure verrà comprovata per simulazione o verranno associate altre condizioni di controllo per il caso d'errore, come ad esempio l'inclusione di questa modificazione a una proporzione determinata della discendenza.

    La rapida evoluzione delle specie che seguirà a un cambiamento strutturale genererà caratteri correlati e dipendenti dalle nuove funzioni; per esempio, la necessità di una determinata proteina. Se per effetto della combinazione di geni, un nuovo essere non acquisisce questa nuova funzione, non sopravvivrà, poiché i caratteri dipendenti rimarranno bloccati nel fenotipo.

    In questo modo comincerà l'allontanamento della nuova specie, che sarà compatibile con quella iniziale ** durante un lasso di tempo, ma l'evoluzione le renderà incompatibili a fini riproduttivi e provocherà la loro separazione totale, in altre parole questa sarà la forma origine delle specie nella maggior parte dei casi.

    Le malattie molto rare, che si presentano in un caso su 10.000 o 100.000, potrebbero rispondere perfettamente a questa argomentazione, infatti, sono dovute normalmente all'assenza di una proteina nel fenotipo o nell'organismo perché si sono uniti due geni molto arcaici; questi geni sono reminescenze del passato perché tutti gli individui con la nuova struttura e in cui si sono uniti questi geni di entrambi i genitori non sono risultati viabili.

    NOTIZIE DI EVOLUZIONE

    Il gene responsabile di una proteina detta fattore di crescita 2, simile all'insulina (IGF2), è normalmente marcato nelle persone.

    Il IGF2 marcato proveniente dalla madre di solito non è attivato nel bambino, ma quando perde questa marcatura e si attiva, produce un tipo di cancro infantile detto tumore di Wilm.

    Si tratta di un concetto radicale in genetica, perché finora non erano stati osservati cancri provocati da geni sani

    El País 26-04-1993. Nature.

    Naturalmente, come sempre, può sembrare selezione naturale, perché ogni meccanismo che impedisce la viabilità di un essere si potrebbe considerare che formi parte della selezione naturale; ma non sarebbe altro che un uso indebito del concetto nella sua più pura espressione tautologica.

     

  • Caratteri complementari e origine delle specie.

    Per ampliare il campo di possibili miglioramenti nell'evoluzione delle specie, si potrebbero associare condizioni di sviluppo effettivo del carattere modificato a seconda dell'esistenza di altri caratteri correlati.

    Anche l'equilibrio dei caratteri complementari è in relazione alla coerenza e potrebbe provocare, in determinati casi, un salto evolutivo agendo come causa e origine delle specie.

    Quando due caratteri sono perfettamente complementari, il loro equilibrio risulta conveniente, giacché il potenziale derivante sarà maggiore. La figura precedente mostra l'effetto del fattore di complementarietà sul potenziale di una caratteristica particolare. In principio, il potenziale risultante deve essere maggiore della semplice addizione dei potenziali dei caratteri considerati singolarmente. Nel grafico si può osservare un esempio in cui si parte dal presupposto che il potenziale risultante sia il prodotto dei potenziali individuali.

    Se pensiamo alla complementarietà dell'intelligenza e della memoria, si potrebbe supporre che ogni unità addizionale d'intelligenza, –un tipico esempio lo costituisce il genoma umano– aumenterà il potenziale totale non di un'unità, ma del volume della memoria totale.

    Un'analogia familiare a quasi tutti noi è il bagagliaio di un'automobile; quando si affronta un lungo viaggio con molte cose bisogna fare molta attenzione a come si dispongono i bagagli, in modo che ci stiano tutti. Ovviamente più siamo abili e più grande è il bagagliaio, più cose potremo farci stare.

    Quantificando l'effetto, ai fini di una maggior chiarezza, se l'abilità passa da 3 a 4 oggetti per unità di volume, e il volume da 4 a 6 unità, l'abilità aumenterebbe di un'unità, il volume di 2 unità e il numero di oggetti di 12 per l'effetto di complementarietà.

    Quest'effetto è di somma importanza nell'evoluzione e origine delle specie, come si può osservare nella figura la differenza massima di potenziale di ogni carattere separato si trova nel rapporto 9 / 3 = 3, se ci soffermiamo sul potenziale globale, il rapporto diventa di 81 / 9 = 9, si è cioè triplicato.

    Caratteri complementari e fenotipo
    Esempio numerico della capacità di espressione genica con tratti complementari.

    Possiamo immaginare le differenze enormi che si possono verificare nei potenziali di capacità intellettuali associate a concetti multifunzionali come ad esempio proprio l'intelligenza e la memoria, con la semplice introduzione di un altro carattere o funzione si potrebbe trasformare il rapporto individuale di 3 al rapporto per il potenziale globale di 739 / 27 = 27.

    Possiamo quindi immaginare che in un habitat relativamente limitato vivano tre specie diverse di scimmie, una delle quali vive principalmente sugli alberi, l'altra in terra e l'altra in una zona con una grande abbondanza di cibo per un lungo periodo di tempo, ciò che le permette di dedicare più tempo alla vita contemplativa; se in un determinato momento si mischiano geneticamente le tre specie ** e la mescolanza avviene mediante gli individui più superdotati, è facile immaginare che la discendenza potrà acquisire caratteri di molto superiori ai suoi predecessori, e che i meccanismi posteriori liberati finiranno per provocare l'origine di una nuova specie. **

    L'unico problema per il nuovo bebè sarà trovare il suo anello perduto, perché con queste forme l'origine delle specie non è mai esistito. **