4. GENETICA E EVOLUZIONE
4.a) Genetica evolutiva
In questa sezione vengono esposte le nuove idee sulla teoria dell'evoluzione e sull'origine della vita con un riferimento speciale alla genetica evolutiva ed alle sue conseguenze sull'evoluzione delle specie.
La presente sezione IV dell'Evoluzione Condizionata da Vita –ECV– è suddivisa in quattro punti principali. In primo luogo questa breve descrizione sulla genetica e sull'evoluzione; in secondo luogo, gli obiettivi della vita, parte che contiene l'argomentazione fondamentale di carattere logico della causa e del modo di sviluppo degli esseri viventi.
Nella maggioranza dei processi evolutivi superiori avvengono probabilmente cambiamenti genetici per diversi fattori in modo simultaneo: per influenza dell'ambiente circostante, per processi aleatori, processi di prova ed errore; alcuni saranno già verificati; esisterà la differenziazione sessuale e la selezione naturale e sessuale saranno più o meno presenti.
Le due sezioni seguenti sono dedicate alle precisazioni terminologiche che si considerano necessarie nella teoria dell'evoluzione e nella genetica classica, ed alla citazione di alcuni esempi che ci aiutino a familiarizzarci e a identificare facilmente l'uso che diamo ai termini utilizzati.
Occorre sottolineare che la mia intenzione, parlando di teoria dell'evoluzione, non è spiegare la biologia moderna e ancora meno la genetica evolutiva o l'ingegneria genetica in aspetti tecnici o termini quali: tipi di molecole, proteine, forme tridimensionali, funzioni biologiche particolari, processi molecolari di carattere chimico, meccanismi genetici scoperti ma di cui non si conosce bene la funzionalità, ecc.
Mi centrerò invece in ciò che fa o penso che debba fare la natura, nei procedimenti e metodi generali di cui probabilmente si serve, nei processi in cui avvengono e nei meccanismi concreti, ma nell'ambito concettuale della genetica e dell'evoluzione e non chimico.
Ad esempio, esistono meccanismi biochimici che danno luogo a processi aleatori in natura, a mio avviso questo è l'aspetto rilevante nella teoria dell'evoluzione, ovvero la sua funzionalità e non il gioco molecolare in cui consiste un meccanismo concreto, che sarebbe più consono ad un corso di chimica, di biologia molecolare o di ingegneria genetica. Si potrebbe anche adottare il criterio opposto, ma credo che complicherebbe inutilmente una materia di per sé già complessa.
La principale virtù di questo approccio alla genetica evolutiva e alla teoria dell'evoluzione è il fatto di permettere a ogni persona di cultura media di seguire l'argomentazione senza problemi, se non quelli derivati dai propri ragionamenti. Questi, a loro volta, non sono complicati in sé, ma per la quantità di precisazioni e sfumature che occorre introdurre negli stessi, per delimitare i “casi” oggetto dell'analisi, possono diventare estremamente complessi. In questi casi si consiglia una lettura lenta.
È questa la ragione per cui si evitano aspetti e termini molto tecnici di genetica evolutiva, e per cui si menzionano numerosi esempi e nella misura del possibile si fa riferimento a concetti e processi già noti.
L'inconveniente principale di questa esposizione sono forse i ragionamenti logici, dovuti all'inclusione di idee con certo contenuto intuitivo, che possono non essere perfetti per la stessa definizione di intuito.
Non si deve dunque cercare la comprensione assoluta delle idee presentate; bisogna, invece, cercare di capire i ragionamenti che ci permettono di apportare nuove proposte, pensando che alcune di loro forse non sono corrette, ma che potrebbero essere vicine o sulla linea delle proposte corrette.
Occorre tenere in considerazione che al giorno d'oggi la conoscenza dei meccanismi della genetica evolutiva è molto limitata e ridotta a punti isolati della stessa, in paragone alla vera magnitudine nella teoria dell'evoluzione. **